Concludiamo la nostra trilogia di articoli sul finanziamento degli eventi no profit (i primi due articoli qui e qui) affrontando quello che sicuramente è il tema dell’anno: il Crowdfunding.
L’Italia, sebbene sia il paese al mondo dove la normativa è più avanzata (e complicata) si trova ancora in una fase di startup che niente ha a che vedere con il successo e la crescita esponenziale del fenomeno in paesi come Francia, Regno Unito e Olanda.
Cos’è il Crowdfunding? Letteralmente possiamo tradurlo come una “raccolta fondi della folla”. Il fundraising 2.0 che si appoggia e si integra nel grande cambiamento di paradigma comportamentale ed economico instaurato dall’avvento dei Social Media e del Business Online.
Il principio è semplice: tante persone che fanno una piccola donazione per raggiungere grandi obiettivi.
Non solo, la fanno all’interno della propria normale vita online, in quel confine sottile tra divertimento e abitudini di consumo che è diventato il tempo passato sul web. E nel momento in cui decidono di donare, o di acquistare per sé qualcosa che va a finanziare una campagna, hanno la possibilità di condividere la loro esperienza.
E’ innovativo per le Aziende che possono proporre vendite di beneficenza e raggiungere quella visibilità possibile solo sui grandi Social Network.
Persone e aziende che fanno donazioni: nulla di nuovo sotto il sole? No, perchè il valore aggiunto, il motore della campagna di fundraising è il funzionamento Social che permette alle associazioni di raggiungere contatti che vanno molto al di fuori della propria cerchia di sostenitori e del proprio database.
Ci sono diverse piattaforme di crowdfunding in Italia, generalmente l’accesso è gratuito mentre si paga una commissione sul risultato finale della campagna. Quindi, cosa aspettate?
di Veronica Contini, consulente e crowdfunder per il no – profit